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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 141
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originale
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141 An tu censes ullam anum tam deliram futuram fuisse ut somniis crederet, nisi ista casu non numquam forte temere concurrerent? Alexandro draco loqui visus est. Potest omnino hoc esse falsum, potest verum; sed, ut verum sit, non est mirabile; non enim audivit ille draconem loquentem, sed est visus audire, et quidem, quo maius sit, cum radicem ore teneret, locutus est; sed nihil est magnum somnianti. Quaero autem cur Alexandro tam inlustre somnium, tam certum, nec huic eidem alias, nec multa ceteris; mihi quidem praeter hoc Marianum nihil sane quod meminerim. Frustra igitur consumptae tot noctes tam longa in aetate.
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traduzione
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141 O tu credi che ci sarebbe mai stata anche una sola vecchierella tanto svanita di mente da credere ai sogni, se non capitasse qualche volta che essi, per puro caso, corrispondessero alla realt?? Ad Alessandro sembr? che un serpente parlasse. La cosa pu? essere completamente falsa, pu? essere anche vera; ma, anche ammesso che sia vera, non ? prodigiosa: Alessandro non sent? parlare il serpente, ma gli parve di sentirlo; e, perch? il fatto sembri ancor pi? straordinario, parl? tenendo in bocca una radice; ma nulla ? straordinario per chi sogna! Vorrei sapere, poi, perch? ad Alessandro capit? un sogno cos? chiaro, cos? sicuro, ma egli stesso non ne ebbe mai in altre circostanze, e non ne ebbero molti di questa sorta le altre persone. A me, certo, tranne quel sogno di Mario, non ne sono capitati altri, che io ricordi. Invano, dunque, ho consumato tante notti, in una vita cos? lunga!
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